martedì 24 luglio 2012

Silenzio e gioia.

Avete presente quando qualcuno vi racconta una storia bellissima, e voi immaginate tutto di quel racconto, proprio tutto, nei minimi dettagli? Anche i profumi, i suoni, le sfumature magari non dette, i particolari che solo la fantasia può creare.
Ecco, questo era per me la tappa di oggi, alla Croce di Ferro.



Mi ricordo come fosse ieri quando ho letto, circa un anno fa, il racconto per immagini e parole di mio padre una volta arrivato lassù. La sua foto la mattina, con il pigiama della nonna rosa che si intravedeva appena, la sua faccia contratta, gli occhi... gli occhi...
Ieri notte ho dormito poco, il sonno agitato pensava a quando mi sarei ritrovata lì, davanti a quella croce. Sapevo che mancava un pezzo, ancora un piccolo ma enorme simbolo da portare lassù e donare alla montagna, al cielo, al vento. E un po' anche a noi stessi.
Dunque la mattina è arrivata, abbiamo percorso i sentieri del Cammino che quest'oggi erano verso l'alto. L'aria era frizzantina, ma piacevole, sembrava accompagnarci.



Non vi ho mai parlato delle farfalle, perchè non sono mai riuscita a fotografarne una. Prima di arrivare qui ho letto un libro, 'Vado a fare due passi', dove si parla di queste farfalle che accompagnano i pellegrini lungo tutto il percorso, e non appena si sbaglia strada e si esce dalla rotta, ecco che scompaiono anche loro. Come a dire 'ehi, guarda che hai sbagliato, torna indietro'. Ed è vero, le farfalle ti accompagnano sempre.
Oggi eccone una davanti a me, che si posa sullo sterrato.


Potrà sembrare sciocco, ma anche questo mi ha dato la forza di arrivare lì.

Descrivervi le sensazioni di quei momenti mi è impossibile, anche se solitamente sono brava con le parole... Sarò pur figlia di mio padre per qualche motivo, o no? In fondo, come lui, sono un po' orso anche io, e quando si tratta di emozioni forti, fortissime, preferisco tenerle per me.
Col cuore in gola ho aperto la tasca delle borse della bici, ho tirato fuori i miei sassi.



Ci siete tutti. C'è la mia famiglia, c'è l'amore più grande della mia vita, ci sono i miei amici, c'è un sasso che ho preso io ieri sera a Rabanal, e quel sasso vi racchiude tutti. Vi ho portati con me fino a qui. Vi ho consegnati alla Croce, al cielo, al vento, alla montagna. Ora siete lì con me, con mio padre, con la nonna e con tutti i pellegrini che nei secoli hanno percorso queste strade fino a Santiago.



La foto qui sopra potrebbe avere un milione di significati.
Vi dico il mio: questo è il mio viaggio, ho detto sì a questi chilometri e queste fatiche per stare con mio padre e per condividere con lui questi colori. Io e lui, da soli.
I dubbi erano tantissimi, ce la farò?, riuscirò a tenere il suo passo?, avrò la stessa constanza?, riuscirò a trovare cibo per me senza stare male?, riuscirò nonostante le poche piastrine che mi fanno stare attenta a ogni discesa ripida?
La risposta è sì, sì a tutto, sì perchè lo volevo.



Abbiamo pianto entrambi, senza dirci niente, senza farlo notare uno all'altra, ma l'abbiamo fatto. Ora lui è qui sdraiato di fianco a me, so che leggerà e si commuoverà ma non ne parleremo. Perché noi siamo fatti così. Ma ne sono felice. Sotto quella croce ci sono arrivata per lui, per me stessa, per salutare la nonna e per capire cos'aveva provato lui un anno fa. E' strano, ma tutt'ora non so spiegarmelo.

Stasera per me di canzoni non ce ne sono. C'è il silenzio. E la gioia.


Valentina

Location:Villafranca del Bierzo

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